Lo shopping di moda continua a soffrire
Sita Ricerca Press • 9 Giugno 2020
A quasi un mese dalla ripartenza, lo shopping di moda continua a soffrire ma evidenzia segnali cautamente positivi. Il flusso nei negozi è calato in media del 50% rispetto allo stesso periodo del 2019, però migliora lentamente di settimana in settimana. Non solo. Il 90% delle persone che entra nei punti vendita acquista e spende in media più dello scorso anno. La performance dei retailer varia comunque in modo significativo a seconda sia della location – meglio le high street e i centri commerciali, peggio i grandi outlet center e il travel retail -, sia della piazza turistica o meno, vista l’assenza di stranieri.
Sita ricerca, che con il suo “Fashion Consumer Panel” monitora da 30 anni i consumi di moda in Italia, fa un primo bilancio dell’impatto del covid-19 sul mercato della moda. Le vendite di abbigliamento, accessori, intimo e calzature hanno perso nei primi 4 mesi dell’anno 3 miliardi di euro, 145 milioni di capi e 5 milioni di acquirenti.
A causa dello shock subito dal settore, prevediamo che il 2020 si chiuderà con una flessione del 25% del valore del mercato fashion nella Penisola, pari a 27 miliardi di euro nel 2019. Però stimiamo per 2021 un rimbalzo tecnico del 33%, che riporterà il sell out circa ai livelli del 2019.
ha detto a MFF Alessandra Mengoli, partner di Sita ricerca. A beneficiare del lockdown sono state le vendite on line: nel primo quadrimestre hanno preso il volo, con una crescita del 14% a valore. L’e-commerce, diventato il principale canale di riferimento per il consumatore, ha raggiunto una quota del 23% rispetto al 13,1% del 2019, con un raddoppio dei nuovi e-shopper e un’esplosione di richieste per il loungewear, l’abbigliamento sportivo e da notte, l’intimo e le calze.
Con la riapertura dei negozi, il primo approccio dei consumatori è stato timido anche se superiore in media alle aspettative delle insegne aderenti al nostro “Fashion Retail Panel Club”, che riunisce circa 2 mila negozi.
ha spiegato Mengoli, aggiungendo>
Nelle prime 2 settimane il calo del traffico è stato in media del 53%, con una crescita del 26% nella seconda settimana rispetto alla prima. La buona notizia è che il tasso di conversione è alto: chi si reca in negozio è determinato ad acquistare e la spesa procapite è raddoppiata
ha precisato Mengoli, proseguendo:
I negozi di provincia o nei quartieri delle grandi città con clientela fidelizzata vanno meglio, rispetto a chi di solito contava sullo shopping dei turisti. Soffrono anche le aree universitarie e quelle fortemente frequentate da manager e impiegati adesso in smart working
A livello merceologico la ripartenza ha dato impulso agli acquisti di daywear, mentre è completamente bloccata la cerimonia. E in generale è aumentato il tasso di promozione sui prodotti.
Adesso non bisogna sottovalutare il grande problema degli stock invenduti. Così come il rischio concreto della mancanza di offerta giusta nei negozi: vuoi perché le aziende hanno ridotto le collezioni della primavera-estate, vuoi per i tanti insoluti.
ha chiosato Mengoli.
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A cura di MF Fashion.